Decadimento e respirazione ...

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Radon e salute

 

Poiché il radon è un gas radioattivo, può risultare cancerogeno se inalato, in quanto emettitore di particelle alfa (composte da due neutroni e due protoni). La principale fonte di questo gas risulta essere il terreno (altre fonti possono essere in misura minore i materiali di costruzione, specialmente se di origine vulcanica come il tufo o i graniti e l'acqua), dal quale fuoriesce e si disperde nell'ambiente, accumulandosi in locali chiusi ove diventa pericoloso. Si stima che sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta, ed alcuni studi evidenziano sinergie fra le due cause (studi verificabili scientificamente).

L’isotopo più significativo per la dose assorbita dall'uomo è il Radon 222, che ha un tempo di dimezzamento di 3,82 giorni. Esso deriva, per decadimento alfa, dalla catena di decadimento dell'Uranio 238 e del Radio 226.

Il radon, in generale, ha una grande volatilità e inerzia chimica: per cui, difficilmente reagisce con altri elementi, e tende a risalire in superficie. Il radon e i suoi “discendenti” nella catena di decadimento a loro volta emettono particelle alfa e un'elevata densità di radiazioni ionizzanti. I livelli di guardia sono 150 Bq/mc, corrispondenti a circa 4 pCi/l.

Più alta è la concentrazione nell'ambiente ed il tempo si soggiorno e più alto sarà il rischio di contrarre malattia. Un metodo immediato per proteggersi dall'accumulo di questo gas è l'aerazione degli ambienti, soprattutto nei casi in cui questi siano interrati o a contatto diretto col terreno. Questa tecnica risulta spesso però insufficiente o inefficace e, specialmente nei mesi invernali dispendiosa in termini di riscaldamento dei locali. La prima cosa da fare, nei casi in cui si sappia di essere in una zona a rischio, è di effettuare delle misurazioni di concentrazione presso la propria abitazione atte a determinare se questo problema esiste veramente. Infatti non è sufficiente sapere che edifici vicini al nostro non sono contaminati da radon poiché l'emissione di questo gas dipende da numerosissimi fattori, difficilmente determinabili a priori. Affinchè il radon determini il cancro, secondo studi pubblicati sul primo motore di ricerca globale, Pub Med, occorrono esposizioni al gas della durata di 5-30 anni ed a concentrazione > 77, o 100 bq/m3, come è stato dimostrato nei poveri minatori americani, che vivevano al chiuso per anni e svilupparono nel 15% dei casi un tumore del polmone, specie se  fumatori.

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